Storia delle Rune

Cenni storici

Secondo ricerche storiche le Rune fecero la loro comparsa durante l’età del bronzo, in quanto vennero trovati reperti nelle aree scandinave in cui le si poteva notare come simboli decorativi di armi, navi e tombe. A prescindere dalle loro origini, resta il fatto che a partire dalla Germania si diffusero in tutta l’area scandinava, e in particolare ebbero molto risalto in Svezia, in cui vennero adoperate fino al tardo medioevo. Per i vichinghi costituivano un vero e proprio strumento sacro, che li poneva in comunicazione con i loro Dei, tanto che erano soliti rappresentarle in strumenti di difesa come le armi, nelle navi (per propiziarsi degli ottimi commerci), negli amuleti, nei talismani e nelle tombe in cui venivano incise anche per rappresentare le gesta compiute dal defunto durante la sua vita oltre che come invocazioni sacre alle divinità, che avevano lo scopo di richiedere benevolenza e favori per il defunto. Per quanto riguarda il loro uso come strumento divinatorio, anche in questo caso, non si sa di preciso quando sia iniziato. Vi erano, all’interno delle tribù, una sorta di sciamani in grado di interpretare i significati nascosti dalle Rune. Questi sciamani portavano al collo un sacchetto con dentro le proprie Rune intagliate e le lanciavano ogniqualvolta il capo tribù avesse avuto bisogno di conoscere qualcosa(di solito le sorti delle battaglie a cui aveva intenzione di partecipare), ed erano tenuti in gran conto da tutta la tribù, come donne e uomini di sapere. Lo storico Tacito nei suoi scritti testimonia che dal I secolo d.C. le Rune si erano ormai diffuse in tutto il continente, poiché venivano usate dai commercianti e dai religiosi come forma di scrittura e per questo motivo si creò un vero e proprio alfabeto, che fosse riconoscibile da tutti.  Questo alfabeto fu utilizzato dai popoli norreni fino al VII secolo d.C. e in seguito fu sostituito dalla lingua latina che fu introdotta in quei popoli.

Mitologia

 Secondo il mito riportato dagli antichi testi dell’epica norrena, Odino, il padre degli Dei, era considerato il più saggio tra loro, tuttavia non riusciva ad avere abbastanza saggezza da poter controllare ciò che succedeva in tutti e nove i mondi dell’esistenza (secondo la mitologia norrena, difatti, l’universo è diviso in nove mondi), così si recò ai piedi di Yggdrasil, l’albero sacro, in cui viveva il gigante Mimir, noto agli Dei per la sua saggezza, che gli derivava dal fatto che bevesse dalla fonte sacra ai piedi dell’albero. Da egli apprese che per acquisire la vera saggezza bisogna soffrire e sacrificarsi, così scelse di sacrificare sé stesso a sé stesso, fu appeso all’albero per nove giorni a testa in giù e il nono giorno sacrificò uno dei suoi occhi in modo da poter sviluppare in maniera più elevata la visione intuitiva dell’altro ed espandere la sua coscienza, in quel momento vennero a galla le Rune, che rappresentano appunto questa espansione di coscienza, in grado di vedere ogni mondo.

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